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Risolvere i problemi in modo innovativo e creativo.
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Quando gli affari o la vita vanno in un modo diverso da come noi avremmo voluto, proprio in quel momento, stiamo assistendo al manifestarsi di un "disagio".
Un "problema" nasce proprio come conseguenza del "disagio", ed esprime il desiderio di voler cambiare le cose in modo da eliminare, o quanto meno mitigare, il "disagio" stesso.
La risoluzione di un "problema" coincide con la ricerca di una "soluzione".
Se sei interessato ad approfondire questo primo passo del ciclo di vita dei problemi, allora permettimi di invitarti a leggere il seguente articolo che ho dedicato specificamente a questa prima fase del processo di problem solving, consistente proprio nella rilevazione del disagio.
Il primo passo da eseguire nella gestione di un problema è proprio quello di individuarlo e di riconoscerlo come problema. Infatti fino a quando un fenomeno non è riconosciuto come problematico, non non si riesce a percepire l'istinto e la motivazione per analizzarlo, individuare cosa ce lo fa percepire come problematico, e ricercare una soluzione.
Questa fase del processo mentale che innesca il processo di problem solving nel gergo tecnico è detta "Problem Posing", oppure "problem Finding".
Il termine "problem finding" che letteralmente indica la “scoperta di un problema”, rappresenta bene la situazione che si presenta quando ci si imbatte in un problema e ci si ferma a riflettere preoccupati.
I problemi durante la vita non si fanno di certo attendere. Tuttavia la capacità di scoprirli non è banale, anzi richiede apertura intellettuale, intuizione e creatività.
Spesso si ritiene che possedere una buona dose di creatività basti per risolvere un problema (problem solving). Invece talvolta la fase più complessa non coincide con la risoluzione del problema, bensì con la sua individuazione.
Talvolta i problemi sono tutt'altro che evidenti e per scoprirli occorre saper captare i suoi segnali, anche se deboli. Occorre saper associare la giusta importanza anche, e soprattutto, ai fenomeni che la maggior parte delle persone ritiene "normali". Occorre spingersi oltre le apparenze ed affrontare le novità con atteggiamento positivo e propositivo. Anche per sviluppare queste attitudini, occorre possedere alla base una buona base di creatività.
Problem Posing nell'insegnamento della matematica. Uno dei principali obiettivi dell’insegnamento della matematica è sviluppare in ogni studente l’abilità di problem solving. Ma quali sono le capacità sottese a questa abilità? Tra tutte vogliamo concentrarci su una: la capacità di porsi domande, cioè di formulare sottoproblemi la cui comprensione e risoluzione possa condurci alla soluzione del problema iniziale. Le attività di problem posing, quelle cioè in cui lo studente viene stimolato all’ideazione di problemi nuovi e originali, possono allora contribuire allo sviluppo di questa fondamentale capacità che distingue il buon solutore di problemi da colui che non sa andare oltre l’applicazione di procedure.
Una volta aver appurato l'esistenza di un problema per mezzo della percezione di un disagio o di un bisogno occorre predisporsi per la sua risoluzione. Questa capacità, nota col nome di Problem Setting, consiste nel prendere atto del disagio come problema concreto, nel definire e circoscrivere il problema, nell'individuare tutto ciò su cui si può intervenire per risolverlo, e nel porsi tutte le domande che ci guideranno alla ricerca della soluzione.
Il processo di Problem Setting è incentrato sulla elaborazione del disagio e sulla definizione, e comunicazione, del problema. Il processo tipico può essere riassunto attraverso la seguente sequenza di azioni:
a) percezione del disagio;
b) analisi del disagio;
c) definizione della situazione;
d) ricerca di vie di uscita;
e) definizione dei termini del problema;
f) racconto del problema.
Anche in questa fase della gestione di un problema la creatività gioca un ruolo molto importante in quanto la creatività è anche concretezza, ossia capacità di mettere in pratica le fantasie al fine di trasformarle in oggetti, movimenti, azioni.
Per esempio: provare disagio per la mancanza di tempo è cosa ben diversa da inventare nuovi modi per risparmiare tempo. Si pensi per esempio al contributo altamente creativo fornito da Frederick Taylor per la definizione della civiltà industriale. Taylor, analizzando nei minimi particolari il modo di lavorare degli operai, scoprì che molte cose potevano esser fatte in modo più razionale e più rapido, senza sprecare movimenti.
La fase di attuazione della soluzione nel processo di gestione dei problemi è detta Problem Solving.
Se vuoi approfondire questa fase del processo di gestione dei problemi è passare in rassegna le principali metodologie esistenti, allora ti invito a proseguire la esplorazione di Tateo-Blog con la lettura del seguente articolo che ho dedicato appositamente a questo proposito.
L'attuale mercato è globale e per tale motivo è altamente competitivo. Sia la produzione che il consumo di qualsiasi prodotto avviene su scala mondiale, per cui uno stesso prodotto, grazie al commercio elettronico, è acquistabile da ogni parte della Terra.
Per questo motivo, per sopravvivere su un mercato globale, occorre necessariamente mettere in atto delle strategie. ccorre innanzitutto prestare attenzione all'utenza, interpretandone correttamente i bisogni (aspetto funzionale) ed i gradimenti (aspetto estetico).
Quindi per diventare più attrattivi e desiderabili dei concorrenti non si può prescindere dal design del prodotto che deve incarnare la sintesi estetico-funzionale del prodotto.
Le parole chiave per il fattore funzionale del prodotto sono: tecnologia, funzionalità, efficienza e innovazione. La capacità di innovare non si limita alla creazione di nuovi bisogni o all'utilizzo delle più recenti tecnologie che la scienza mette a disposizione. L'innovazione consiste nel proporre un nuovo modo, concettualmente diverso (think different) da quello convenzionale per risolvere un problema. Una soluzione è innovativa se comporta un cambio di paradigma (disruptive).
Le parole chiave per il fattore estetico sono: emozioni, stile e marca. Agire sull'estetica di un prodotto significa lavorare sulla sfera emotiva, progettando prodotti esteticamente gradevoli e caratterizzati da uno stile riconoscibile e distintivo (brand) rispetto ai prodotti simili dei concorrenti. Il prodotto per risultare gradevole agli occhi dell'utente deve essere il più possibile semplice ed essenziale, ossia deve riuscire a risolvere in modo semplice problemi complessi.
Ovviamente puntare sul design e sullo stile di un prodotto non è banale e sottende costi e rischi da cui oggi però non si può prescindere.
Puntare sul design, significa intraprendere percorsi a volte sconosciuti, difficili da comprendere e spiegare perché troppo futuristici. Significa sperimentare e in alcuni casi rischiare. Ci vuole coraggio ad investire su idee e visioni disruptive, ma sono queste le innovazioni in grado di cambiare la vita delle persone.
Puntare sull'estetica ha un costo: produrre un prodotto bello costa sicuramente di più ma questo sforzo è ripagato dalla maggiore competitività che il prodotto acquista sul mercato.
Originally published June 5, 2022
Per tenere testa alle numerose trasformazioni che sta subendo il mondo industriale ed economico occorre affrontare la risoluzione dei problemi in modo innovativo.
Per sopravvivere a queste trasformazioni ed al clima altamente competitivo che si sta instaurando a causa della crisi occorre sviluppare e coltivare i seguenti aspetti che favoriscono la ricerca di soluzioni innovative: motivazione, visione, cambiamento, metodo e creatività.
Se vuoi esaminare con un maggiore dettaglio gli aspetti che favoriscono l’innovazione ti invito a proseguire la consultazione della sezione Learning di Tateo-Blog con la lettura dell'articolo seguente in cui ne ho approfondito la trattazione.
Nella vita di tutti i giorni le decisioni vengono prese continuamente: in alcuni casi sono automatiche, mentre in altri casi prendere una decisione può essere un processo più lungo, impegnativo e complesso. Per questo motivo il processo decisionale è importante. Perché esso gioca un ruolo determinante negli eventi più importanti della vita, come per esempio scegliere il percorso di studi, accettare una proposta di lavoro, dichiarare il proprio amore.
Un esempio tipico in cui si esercita il "decision making" è al termine del processo di Problem Solving, e specificatamente nel caso in cui esso non converga verso una soluzione unica, bensì verso una serie di soluzioni, tutte possibili e che sembrano equivalenti. In questo caso, occorre scegliere quella la soluzione più adatta ai nostri fini, oppure la soluzione più efficace, oppure quella più economica. Molto spesso questi obiettivi sono in contrasto tra di loro, e quindi la decisione verterà nel trovare un compromesso tra essi.
Il processo decisionale (decision making) riguarda il modo in cui si arriva alla decisione.
- C'è un primo passo importante, detto “consapevolezza decisionale”, in cui ci si rende conto che occorre prendere una decisione.
- Il processo decisionale può includere la raccolta di informazioni, la creazione di opzioni, la discussione di potenziali azioni e le loro implicazioni.
- Il processo decisionale può implicare la decisione di chi deve prendere la decisione o essere coinvolto nel processo decisionale.
- Il processo decisionale include la valutazione delle conseguenze di ognuna delle decisioni opzionali, sia come azioni, rischi o benefici.
- Il processo decisionale può comportare giudizi, analisi e riflessioni dettagliate.
Riferimenti di approfondimento
A volte nei processi decisionali, ad esempio quelli durante i quali si deve stabilire una nuova strategia da attuare, si verificano malintesi dovuti al fatto che, mentre alcune persone coinvolte nel processo pensano che la decisione sia già consolidata, altre stanno ancora elaborando un definitivo decisione.
Questa è proprio la sottile distinzione tra "decision-making" e "decision taking", della cui esistenza molti non si rendono conto. Il termine "Decision-Making" si riferisce al processo decisionale, mentre il termine "decision taking" si riferisce all'atto finale del processo, ossia all'effettiva assunzione della decisione.
Il "Decision-Making" è un processo ed avviene in un lasso di tempo. Una decisione invece è presa (taken) in un momento, in un istante. La decisione è presa nel momento in cui si effettua la scelta tra tutte le opzioni disponibili. Quindi, il Decision-Making precede il Decision Taking.
E' molto facile individuare quando una decisione può essere considerata finalmente presa. Si pensi ad esempio quando si mette ai voti una proposta durante una riunione: bene, anche quando la soluzione sembra essere stata presa, anche quando la decisione è stata stabilita ed annunciata dal capo, non è detto che la decisione sia stata ancora presa effettivamente.
Infatti, talvolta a causa della fretta con cui spesso si svolge il processo decisionale (decision making), alcune persone coinvolte nel processo potrebbero fraintendere la decisione, potrebbero avere ancora dubbi sulle azioni connesse alla applicazione della decisione stessa, e sulle conseguenze che deriverebbero da tali azioni.
Una decisione può essere considerata finalmente
"presa" quando tutte le persone coinvolte nel processo
decisionale sono allineate e convinte sulla soluzione da
scegliere e sulle azione da intraprendere.
Una decisione può essere considerata "presa" quando l'ultimo
dubbio è stato eluso.
Durante i processi decisionali i team più efficaci sono quelli che riescono in modo lucido e cosciente a riconoscere e tenere ben presente dove si trovano nel processo decisionale, ossia come stanno procedendo nella decisione, ed il contenuto della decisione, ossia la sostanza di cosa stanno decidendo. Per stabilire quando il processo decisionale può finalmente convergere verso una soluzione occorre monitorare costantemente dove ci si trova nel processo, sia individualmente che collettivamente.
Talvolta uno dei membri del team è così convinto che una decisione sia corretta che nella sua testa, individualmente quindi, la considera già come presa. Il problema è che altri membri potrebbero non essere ancora sicuri che quella sia la cosa giusta da fare. Quindi altri stanno ancora prendendo una decisione mentre uno l'ha già presa.
In altre circostanze, chi ha più voce in capitolo per decidere, come per esempio un amministratore delegato, potrebbe non risultare abbastanza credibile ed incisivo nelle sue indicazioni, creando confusione e mandando fuori strada gli altri membri del processo decisionale. In effetti nel processo decisionale esistono alcuni membri che hanno autorità e responsabilità maggiori degli altri. Ebbene tali membri sono tenuti a definire i limiti entro cui il processo decisionale si deve svolgere.
Talvolta la decisione implica delle posizioni così scomode, come per esempio l'assunzione di rischi o delle azioni impopolari, che i membri del processo, senza neanche accorgersene, dirottano la discussione su altri argomenti dimenticandosi che il loro obiettivo è quello di prendere una decisione. Anche se è più semplice continuare a discutere all'infinito occorre riconoscere quando è arrivato il momento di convergere verso una soluzione, nonostante le azioni oppure i rischi che la sua applicazione implicherà.
Riferimenti di approfondimento
Una volta che la decisione è stata presa, la soluzione scelta deve applicata al sistema. Ciò potrebbe essere una immediata, perché la nuova soluzione potrebbe richiedere del tempo affinché venga recepita dal sistema diventando un comportamento abituale. Occorre quindi un periodo di tempo affinché si realizzi effettivamente il cambiamento desiderato.
Riferimenti di approfondimento. In seguito ho riportato alcuni riferimenti alle fonti che ho consultato durante la redazione di questo articolo e che ti suggerisco di utilizzare per approfondire gli argomenti che ho trattato al suo interno.
- 📖 Kahneman, D. (2012). Pensieri lenti e veloci. Mondadori.
- 🌐 Wikipedia — Problem Finding.
- 🌐 Studocu — Einstein’s Secret to Amazing Problem Solving (and 10 Specific Ways You Can Use It).
- 🌐 Wikipedia — Frederick Taylor.
- 🌐 Docsity — Sintesi - L'organizzazione scientifica del lavoro di F. Taylor, Dispense di Sociologia Del Lavoro
Nell'articolo corrente, che è il principale dell’area tematica dedicata al Problem Solving, abbiamo parlato delle fasi più importanti del processo di risoluzione di un problema, e di come si può utilizzare la creatività per trovare soluzioni innovative. Come avrete notato, in corrispondenza di alcuni paragrafi dell'articolo, ove l'argomento trattato necessita ulteriori approfondimenti, è presente un collegamento ipertestuale che rimanda ad un altro sotto-articolo.
Vorrei ricordarvi però che una delle caratteristiche principali del progetto TILLL (Tateo's Interdisciplinary LifeLong Learning) è l’interdisciplinarietà. Quindi, se vuoi conoscere quali sono le altre aree tematiche che affiancano il Problem Solving in TILLL, allora permettimi di suggerirti la lettura del seguente articolo che, essendo dedicato alla sezione Learning del progetto TILLL, li elenca tutti.
Se sei interessato agli argomenti trattati nell'articolo corrente e vuoi essere informato sui miei aggiornamenti più recenti che trattano di essi, allora ti invito a registrarti alla seguente pagina Facebook ed alla bacheca Pinterest che ho dedicato appositamente per la condivisione delle modifiche più recenti apportate all'area tematica corrispondente di TILLL ~ Learning .
Spero che questo articolo, appartenente alla sezione Learning del laboratori di Interdisciplinary Lifelong Learning (TILLL) , ti sia piaciuto e che le note e le osservazioni che ho raccolto al suo interno soddisfino i tuoi interessi.
Se vuoi rimanere aggiornato sull'evoluzione del progetto TILLL, allora ti invito a seguire i prossimi aggiornamenti che vengono pubblicati sul Blog di TILLL e sulle pagine social dedicate alla community TILLL.
Mi chiamo Giovanni Battista Tateo – per gli amici, semplicemente Bat – e sono il fondatore e autore di questo progetto di apprendimento continuo. Questa pagina fa parte della sezione Learning, dove raccolgo in modo strutturato idee, esperienze e conoscenze che intrecciano discipline diverse, con l’obiettivo di promuovere un approccio realmente interdisciplinare al sapere. Il blog Tateo-Blog . è lo spazio in cui condivido riflessioni, esperimenti e percorsi di lifelong learning: un diario aperto di ciò che imparo ogni giorno, nella convinzione che la conoscenza, per crescere, debba essere condivisa.
Dal punto di vista professionale, il mio percorso nasce nell’Informatica e si è sviluppato nell’ambito della Visione Artificiale applicata al controllo dei processi industriali. Durante la tesi sperimentale di laurea in Ingegneria Elettronica, con specializzazione in Automazione Industriale, ho avuto l’opportunità di approfondire le tecnologie di Simulazione ad Eventi Discreti e di Realtà Virtuale. Da oltre vent’anni lavoro presso Mer Mec S.p.A. , azienda leader mondiale nella diagnostica ferroviaria: inizialmente mi sono occupato di Machine Vision applicata alla diagnostica ferroviaria, per poi assumere il ruolo di Proposal Engineer, che ricopro tuttora. Tra le mie passioni personali ci sono l’Intelligenza Artificiale e, in particolare, la tecnica euristica degli Algoritmi Genetici. Credo fermamente nel valore della formazione permanente, nella condivisione della conoscenza e nella collaborazione in rete come strumenti di crescita personale e collettiva.
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Prima pubblicazione: 3/6/2020
Aggiornamento più recente: 13/10/2025
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