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LT.5.1.2. FELICITA' SOSTENIBILE

Tateo’s Interdisciplinary Lifelong Learning Project
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by Tateo Giovanni Battista
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LEARNING
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La felicità sostenibile, di Maurizio Pallante

Sustainable happiness, by Maurizio Pallante


Hashtag keywords#reading #science #economy #sustainability #recession


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“ ... tra la "decrescita" e la "recessione" c'è un rapporto analogo a quello che intercorre 
tra chi mangia meno di quanto desidera perché vuole dimagrire 
e chi è costretto a farlo perché non riesce a procurarsi il cibo”
( cit. Maurizio Pallante - La felicità sostenibile, p. 5/212 )

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§ Premessa

13 Febbraio 2024. Riflessioni leggendo la Premessa del libro “La felicità sostenibile” di Maurizio Pallante

#recessione #decrescita #PIL #consumismo #produzione #occupazione #consumatori #benessere #equità #utilità #sostenibilità

C'è una sottile differenza tra "decrescita" e "recessione" che spesso sfugge, ma è importante capirla. La decrescita si riferisce specificamente a quando il PIL di un paese scende, mentre la recessione è un termine più generale che indica un rallentamento dell'economia nel suo complesso.
Pensaci in questo modo: decrescere è come scegliere di fare una dieta perché vuoi sentirti meglio, mentre recedere è quando ti ritrovi a mangiare meno perché non hai abbastanza cibo a disposizione. Entrambi riguardano una sorta di riduzione, ma le motivazioni e le circostanze sono diverse.
In una società che ama la crescita e il consumismo, la recessione è come una reazione a un eccesso di cibo sul tavolo. Abbiamo così tanta roba che dobbiamo necessariamente ridurre la produzione. Ma ridurre la produzione significa anche meno posti di lavoro, meno consumatori e una diminuzione della domanda. È come una spirale che può farci sentire sempre più giù.
La decrescita, d'altra parte, è una scelta consapevole di ridurre la produzione di qualcosa che riteniamo dannoso per il nostro benessere. È come eliminare un cibo dalla nostra dieta perché sappiamo che non ci fa bene. La decrescita ci invita a guardare oltre il semplice PIL e a considerare il nostro benessere in modi più ampi, tenendo conto di aspetti come l'utilità, l'equità e la sostenibilità. È una visione più completa e olistica del successo di una società.

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February 13, 2023.


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§1. Parte Prima: sfatiamo i falsi miti della crescita


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§1.5. Sapere e saper fare

1.5. SAPERE E SAPER FARE.
Esiste una sostanziale differenza tra il “sapere”, il “saper fare”ed il “fare”. Chi sa non è detto che sappia fare. E d’altronde chi sa e sa fare non è detto che faccia. In passato nell’era pre-industriale, era facile trovare persone che incarnavano tutte e tre queste competenze. L’artigiano ed il contadino, per esempio, erano persone in grado di curare tutte le fasi per la produzione, rispettivamente, di un manufatto o di un prodotto per nutrirsi, dalla sua ideazione alla realizzazione pratica.
Con l’avvento dell’era industriale e dei consumi il “saper fare” è stato espunto apposta dalla competenza più ampia del “sapere” in modo che la gente non sapendo più auto-prodursi ciò di cui aveva bisogno, era costretto ad acquistarlo dalle aziende di produzione di massa.
La scuola altresì forma lavoratori adatti ad inserirsi in  questo sistema industriale che ha bisogno solo di forza lavoro che compia i compiti singoli di un intero e complesso processo di produzione.
Ma cosa accade in caso di sovrapproduzione? Le aziende sono costrette a ridurre la forza lavoro, immettendo nella società persone che non sanno come sostenersi perché non sono in grado di auto-produrre nulla come era in grado di fare l’artigiano oppure il contadino in passato, e che non hanno più la possibilità economica di acquistare i prodotti dell’industria. Si innesca così la spirale negativa della recessione.
Dopo decenni di disprezzo dei lavori manuali, la mancanza di autonomia derivante dal non saper fare nulla comincia ad essere sentita come un limite, mentre si va riscoprendo l’importanza dei lavori artigianali, che richiedono un collegamento tra le mani e la testa.

Letture consigliate:
L’uomo artigiano, Richard Sennet, Feltrinelli.

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§1.6. Acquistare e autoprodurre


ACQUISTARE E/O AUTOPRODURRE?
 [EN/ Buy and/or self-produce?]


#reading #science #economy #sustainability #recession #Pallante #workSkills

La recessione economica e la crisi ambientale hanno ridato nuovamente valore alle persone in grado di auto-produrre beni.
[EN/ The economic recession and the environmental crisis have given new value to people capable of self-producing goods.]

  In passato, la promessa di una vita più agitata e meno faticosa ha provocato la migrazione degli agricoltori/allevatori dalle campagne in città, vivendo ciò come una promozione sociale.
[EN/ In the past, the promise of a more agitated and less tiring life has caused the migration of farmers / ranchers from the countryside to the city, experiencing this as a social promotion.]

I saperi tradizionali e le competenze che per anni hanno retto l’economia dell’autoproduzione furono disprezzate in favore delle nuove tecniche scientifiche e industriali ed una società fondata sulla crescita di produzione di merci. Ebbene questo nuovo modello di vita si è rivelato meno sostenibile di quello precedente e disprezzato. Infatti non occorre essere geni per capire che la crescita infinita non è possibile in un mondo con risorse limitate. Era inevitabile che la crescita si fermasse, ed infatti nel 2008 in America la gente ha cominciato a rivalutare l'auto-produzione di beni di sostentamento, ha cominciato a coltivare ortaggi sui terrazzi dei palazzi, ed a costruire pollai in casa.
[EN/ The traditional knowledge and skills that for years have supported the economy of self-production were despised in favor of new scientific and industrial techniques and a society founded on the growth of the production of goods. Well, this new model of life has proved to be less sustainable than the previous and despised one. In fact, you don't need to be a genius to understand that infinite growth is not possible in a world with limited resources. It was inevitable that growth would stop, and in fact in 2008 in America people began to reevaluate the self-production of livelihood goods, they began to grow vegetables on the terraces of buildings, and to build chicken coops at home.]

La riduzione del potere d’acquisto e la disoccupazione hanno costretto i capi di stato a suggerire ed incentivare il ritorno all’agricoltura. Ovviamente ritornare al vecchio modello di autoproduzione, disprezzato e cancellato in favore del modello di produzione industriale, non è più possibile. Auspichiamo un nuovo mondo in cui entrambi i modelli coesistono in un equilibrio dettato dalla convenienza di quanto conviene auto-produrre e quanto invece è vantaggioso comprare da un sistema di produzione industriale sostenibile.
[EN/ The reduction in purchasing power and unemployment have forced the heads of state to suggest and encourage a return to agriculture. Obviously, returning to the old model of self-production, despised and canceled in favor of the industrial production model, is no longer possible. We hope for a new world in which both models coexist in a balance dictated by the convenience of what is convenient for self-production and what is instead advantageous to buy from a sustainable industrial production system.]


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§1.7. Povertà e ricchezza

LA RICCHEZZA DI CHI SA AUTO-PRODURRE.
[EN/ THE RICHNESS OF THOSE WHO ARE SELF-PRODUCING.]


   Nei paesi in cui tutto ciò di cui si ha bisogno deve essere comprato, è corretto valutare la povertà col potere di acquisto, ossia attraverso il reddito pro-capite giornaliero. Nello specifico, due dollari al giorno è considerata  generalmente la soglia di povertà. 
   [EN/ In countries where everything you need has to be bought, it is correct to evaluate poverty with purchasing power, i.e. with per capita daily income. Specifically, two dollars a day is generally considered the poverty line.]

   Invece, in una società in cui la gente è in grado di auto-produrre qualcosa la misura del PIL non è più affidabile per validare la povertà. Si pensi ad esempio a chi coltiva un orto personale, oppure a chi è in grado di auto-procurarsi la legna per il riscaldamento della propria abitazione. Il vantaggio ulteriore della auto-produzione risiede nell’essere indipendenti dalle variazioni dell’economia mondiale.
   [EN/ Instead, in a society where people are able to self-produce something, the measure of GDP is no longer reliable for validating poverty. Think, for example, of those who cultivate a personal vegetable garden, or of those who are able to self-procure wood for heating their home. The further advantage of self-production lies in being independent from variations in the world economy.]

   Attualmente i paesi in cui il reddito pro capite è inferiore a due euro sono i paesi non industrializzati. Considerare tali paesi poveri è una forma di colonialismo culturale per uniformarli alle società fondate sulla produzione di merci, ritenute per assunto superiori alle prime.
   [EN/ Currently, the countries where the per capita income is less than two euros are the non-industrialized countries. Considering these poor countries is a form of cultural colonialism to make them uniform to societies based on the production of goods, considered superior to the former by assumption.]

   Ma la verità è che con due dollari al giorno si è poveri solo se si deve comprare tutto ciò che serve per vivere. Ma se la maggior parte dei beni la si auto-produce, allora due dollari al giorno possono essere sufficienti per comprare quel poco che non si riesce ad auto-produrre.
   [EN/ But the truth is that two dollars a day makes you poor only if you have to buy everything you need to live. But if most goods are self-produced, then two dollars a day may be enough to buy the little that cannot be self-produced.]

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§1.8. Consumare e utilizzare

PERCHE’ OGGI PARLIAMO DI CONSUMATORI?
[EN/ WHY ARE WE TALKING ABOUT CONSUMERS TODAY?]


#consumer #user #sustainability #growth

"Compratore" e "acquirente" sono termini equivalenti che indicano la persona che acquista una merce o un prodotto. "Utilizzatore" è il termine utilizzato per indicare la persona che utilizza un oggetto, ad esempio un'automobile o un computer. "Utente", d'altra parte, si riferisce alla persona che utilizza un servizio, come ad esempio un servizio di trasporto o un servizio di assistenza clienti. 
[EN/ "Buyer" and "purchaser" are equivalent terms denoting the person who purchases a commodity or product. "User" is the term used to refer to the person who uses an object, such as an automobile or a computer. "User", on the other hand, refers to the person who uses a service, such as a transportation service or a customer support service.]

Ma allora perchè oggi, nonostante la ben definita caratterizzazione tra i termini “compratore”, “utilizzatore” ed “utente”, si sente il bisogno di parlare di “consumatori”? 
[EN/ But then why today, despite the well-defined characterization between the terms "buyer", "user" and "user", do we feel the need to talk about "consumers"?]

In effetti, il termine "consumatore" si è diffuso nel corso del tempo per indicare la persona che acquista e utilizza una merce o un servizio. Questo termine è diventato popolare a partire dagli anni '50 del secolo scorso, quando la crescita economica e il consumo di massa sono diventati sempre più importanti nella società occidentale.
[EN/ In fact, the term "consumer" has spread over time to indicate the person who buys and uses a good or a service. This term has become popular since the 1950s, when economic growth and mass consumption became increasingly important in Western society.]

In una società fondata sulla crescita della produzione, le merci non devono durare, devono essere “consumate” il più velocemente possibile, perché nella cultura del consumismo, la produzione e il consumo di beni di consumo sono visti come motori della crescita economica, perché quando una persona acquista una merce o un servizio, contribuisce a sostenere il lavoro e il reddito dei lavoratori che sono coinvolti nella produzione e nella fornitura di quel bene o servizio, e che a lor volta sono messi nelle condizioni di comprare a loro volta.
[EN/ In a society founded on the growth of production, goods must not last, they must be "consumed" as quickly as possible, because in the culture of consumerism, the production and consumption of consumer goods are seen as engines of economic growth, because when a person buys a good or a service, contributes to supporting the work and income of the workers who are involved in the production and supply of that good or service, and who in turn are enabled to buy in turn.]

Non chiamatemi consumatore”. Gli oggetti che compro, 
mi propongo di farli durare più a lungo possibile.
[EN/ Don't call me a consumer." The objects I buy, 
I aim to make them last as long as possible.]
(Maurizio Pallante, La felicità sostenibile)

La sfida per il futuro è quella di fare in modo che la produzione e il consumo non siano antitetici alla sostenibilità ambientale e sociale, ma siano integrati in un modello di sviluppo sostenibile.
[EN/ The challenge for the future is to ensure that production and consumption are not antithetical to environmental and social sustainability, but are integrated into a sustainable development model.]

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§1.11. Tantoavere e benessere.

IL MAIS "OTTO FILE"

#sostenibilità #indipendenza #resilienza

Oggi vi racconto una storia di #sostenibilità, #resilienza e #indipendenza, appresa leggendo il libro "La felicità sostenibile" di Maurizio #Pallante.

E' la storia del pregiato mais "Otto File" di #Antignano.

Negli anni cinquanta, il mais americano arrivò nel torinese e rapidamente sostituì la varietà locale. Il nuovo mais era più resistente e produceva una resa tripla, grazie alle pannocchie larghe il doppio rispetto a quelle del mais di Antignano, che erano strette e caratterizzate dalle sole otto file di chicchi, da cui il nome "Mais a Otto File di Antignano". La maggior parte degli agricoltori adottò la nuova coltura, attratti dalla maggiore produttività.

Tuttavia, Nandino di Antignano rimase fedele alla varietà locale. Aveva notato che le sue galline preferivano il mais di Antignano a quello americano. Ma c'era un'altra questione cruciale: il mais americano non era riproducibile. Ogni anno, gli agricoltori dovevano acquistare nuovi semi dai produttori, che traevano enormi profitti da questa dipendenza. Inoltre, il mais americano richiedeva pesanti trattamenti chimici per la fertilizzazione.

Nandino, però, non si lasciò convincere. Continuò a piantare i suoi semi, selezionandoli ogni anno e coltivandoli secondo la tradizione: con file distanti 90 cm, anziché i 45 cm del modello americano, e concimando con letame di cavallo. Grazie alla sua determinazione, il mais di Antignano si salvò dall'estinzione.

Oggi, molti giovani agricoltori hanno seguito l'esempio di Nandino, adottando e promuovendo la coltivazione del mais a Otto File di Antignano, assicurando così la sopravvivenza e la valorizzazione di questa preziosa varietà locale.

Conclusione. La morale di questa storia è che la conservazione delle #tradizioni e delle varietà locali può essere fondamentale per la #sostenibilità a lungo termine. Nandino, con la sua determinazione a mantenere la coltivazione del mais Otto File di #Antignano, dimostra l'importanza di preservare il patrimonio agricolo e la #biodiversità, resistendo alle pressioni del #cambiamento imposto dalle soluzioni industriali. La storia insegna che il rispetto per la #tradizione e per le pratiche #sostenibili può portare a benefici non solo culturali, ma anche ecologici ed economici, promuovendo una maggiore #indipendenza e #resilienza agricola.

26/05/2024

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§2. Parte seconda: Fondiamo la nuova era della decrescita felice


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§2.1. Le tecnologie della decrescita


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§2.2. Gli stili di vita della decrescita

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§2.3. La politica della decrescita


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Updated February 13, 2023.


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